11/05/07

Intervista a Matteo Prencipe, Sindaco di Calderara di Reno

Matteo Prencipe è nato a Vico del Gargano (Foggia) il 30/04/1952. Coniugato con una figlia, ha conseguito il diploma di Maturità Classica presso il Liceo Ginnasio "V. Lanza" di Foggia nel 1972 ed è stato iscritto alla facoltà di Giurisprudenza delle Università di Bari e Bologna. Tifa per l'Inter ed il Foggia ed ha una simpatia per il Bologna. Ama il mare garganico e la sua terra di nascita. Hobby: cinema (Robert de Niro), musica lirica (Verdi e Puccini) e lettura (Sepùlveda e Foscolo).
Funzionario del Ministero del Tesoro, attualmente è negli organici dell'INPDAP di Bologna. Dal 1983 al 1987 è stato delegato CGIL, responsabile comparto provinciale "ministeriali" e componente del direttivo provinciale FP-CGIL. Assessore alla Scuola, Cultura, Sport, Tempo Libero e Informazione dal giugno 1993, è stato eletto Sindaco di Calderara il 13 giugno 1999. E' componente del direttivo nazionale dell'ANCAI (Associazione Nazionale Comuni Aeroportuali Italiani). Il Sindaco oltre ai compiti politico-istituzionali di Ufficiale di Governo e di Coordinamento della Giunta Municipale, cura personalmente le seguenti deleghe: Urbanistica, Edilizia Privata e Comunicazione. Dal 1999 al 2001 è stato Presidente del Comitato per le Onoranze delle "Vittime di Sabbiuno" Continua a svolgere la propria attività lavorativa presso l'INPDAP di Bologna e, nel contempo, ricopre la carica di Sindaco.

Quali sono i punti di maggior interesse del fiume Reno, nel territorio di Calderara di Reno?
L’ Oasi di S. Vitale è uno dei punti di maggiore interesse naturalistico, turistico e didattico, costituendo un essenziale corridoio biologico per la fauna. Sono state infatti disposte dal WWF nel 1998 zone umide, onde favorire la nidificazione di nuove specie di uccelli, con la messa in dimora di piante e idonei arbusti, che sono diventai ormai alberi ad alto fusto e di fitta vegetazione.
Le ampie golene, che si estendono a San Vitale, a Longara, a Passo Pioppe presso la località di Castel Campeggi, conservano la spaziosa bellezza propria delle vedute paesaggistiche; inoltre la loro disposizione permette lo snodarsi di sentieri e carreggiate, che formano percorsi per attività sportive e di turismo locale.

Quali sono gli aspetti storici salienti del suo comune, legati al fiume Reno?
I passi sul Reno hanno avuto un’importanza non solo per i paesi in sinistra, come S. Vitale e Longara, ma per tutto il comune di Calderara nella comunicazione con gli altri comuni alla destra del fiume e con Bologna. Nell’800 S. Vitale era un paese considerato fuori porta Lame, perché attraversando il Reno alla Crocetta, si era già a pochi chilometri dalla città.
In questo punto, come attestano gli studiosi del ‘700 e ancora le mappe dell’800, tra S. Vitale, Borgo Panigale e Bertalia si estendeva in epoca romana la famosa Isola del Reno, su cui i generali Antonio, Lepido e Ottaviano tennero il Triumvirato del 43 a. C.
In epoca napoleonica, il brigante Prospero Banchieri imperversava nei comuni della pianura, per impadronirsi di viveri e di denaro, a capo di bande di insorgenti che avevano rifiutato la chiamata alle armi. Dal 1807 fino al 1809 dimostrò una certa capacità tattica, riuscendo ad impadronirsi per alcuni giorni di centri come Budrio e S. Giovanni in Persiceto.
In questi rapidi spostamenti passava il Reno a passo Pioppe, o alla Barca del Trebbo, infatti nel 1808 assaltò la canonica della Chiesa di S. Vitale, dove aveva sede dal 3 febbraio 1804 il Municipio di Calderara, per impossessarsi di alcuni fucili. Il 13 marzo 1810, fu ucciso in uno scontro con la guardia nazionale.
Tra Longara e il Trebbo, da secoli, c’era il passo a guado per i carri e la barca di legno. A monte del passo, su entrambe le sponde veniva estratta la ghiaia e la sabbia per la manutenzione delle strade e le costruzioni. I braccianti delle borgate vicine erano occupati per intere stagioni ad estrarre questi materiali e a “maccare la breccia”, inoltre ricavavano dal fiume pesce, legna, vimini e vari tipi di canne.
La “Barca del Trebbo” ha avuto un ruolo nella storia recente. All’inizio degli anni ’30, quando è stato costruito il ponte di Bonconvento, restava un lungo tratto senza possibilità di passaggio per i mezzi pesanti. La famiglia Marcheselli – Muzzi eliminò la secolare barca di legno e montò un ponte con sei barche di ferro, residuati della prima guerra mondiale, su cui transitavano anche i carri e le automobili.
I ghiacci e la piena straordinaria del 1940 travolsero questo complesso, di cui si sono salvate le due barche più corte, che hanno traghettato i passeggeri durante la guerra e gli operai, che andavano in bicicletta a lavorare a Bologna nel periodo della ricostruzione. Sono state allestite altre passerelle fino alla piena del 1966, che ha trascinato via le barche e persino i cavi di sostegno.
Il ponte di barche ha avuto inoltre un ruolo importante per il passaggio, a piedi e in bicicletta della gente che andava “di qua e di là dal Reno” e per i molti venditori ambulanti e artigiani, che portavano alle case la loro merce e i loro servizi. Poi è venuto il tempo delle auto utilitarie e della tangenziale, così è finito il suo modesto ma importante ruolo storico.
Queste due barche, dopo oltre trent’anni, sono ritornate alla luce come testimonianze di un’epoca. I soci del “Club del Venerdì Sera” di Longara le hanno recuperate dal Fondo Mazzoni ed esposte in piazza il 12 settembre 1997 per la festa del paese. Sono state poi restaurate per iniziativa dei Comuni di Castel Maggiore e Calderara, poi collocate una al Trebbo accanto alla rampa che portava al passo, l’altra a Longara vicino all’argine del Reno.

Quali sono i più importanti eventi culturali, di spettacolo e/o sportivi del suo comune dei quali si sente di sottolineare l’esistenza e ai quali vuole invitare i nostri lettori?
Il WWF ogni hanno promuove un incontro all’Oasi; il Circolo CalderArte ha organizzato mostre a tema ed estemporanee sui paesaggi del Reno; le polisportive “Lippo” e “Longara” effettuano camminate lungo i sentieri, che costituiscono i percorsi all’interno del Parco. Nei mesi estivi del 2003, nell’ambito delle celebrazioni per il bicentenario della istituzione del Comune di Calderara, si sono rievocati gli eventi del periodo con due animazioni spettacolari nella golena a S. Vitale, con la regia di Furio Ianneo e l’organizzazione del Teatro Reon.

Che importanza ha il fiume Reno oggi, per il suo comune?
Il fiume Reno e le sue golene hanno trascorso un periodo particolarmente “felice” dopo la sistemazione degli argini nei primi anni ‘30, per cui si alternavano ai tratti più stretti delle arginature le ampie golene, che contenevano e rallentavano le acque durante le grandi piene. La maggiore disponibilità d’acqua ne manteneva un livello alto anche d’estate e alimentava fresche sorgenti. Nelle stesse golene vi erano campi fertili e ben coltivati. La vegetazione nelle sponde veniva tagliata nelle parti eccedenti, le pioppaie non impedivano il deflusso delle piene e trasformavano le rive in luoghi climatici per campi solari e balneari.
Fino alla metà degli anni ’50, le inondazioni riportavano ogni anno i materiali che i barocciai o i primi camionisti asportavano. Dopo, l’escavazione con mezzi meccanici è stata sistematica, inoltre è seguito il periodo delle acque inquinate con le sponde coperte di rifiuti di plastica. Con la seguente costituzione dell’autorità di bacino e le nuove normative regionali in merito alla depurazione dei liquami vari, l’alveo del Reno è stato restituito a nuova vita.
Ora questa linea verde e le aeree d’importanza naturalistica permettono attività sportive e culturali di rilievo, inoltre la possibilità di recupero ambientale anche nelle zone limitrofe. Sul piano della salvaguardia del territorio dalle grandi piene, il nuovo monitoraggio del corso del Reno e la costruzione delle prime casse di contenimento, se aggiunte a un controllo della vegetazione lungo le rive, forniscono una maggiore sicurezza all’intero territorio del comune.

Quali sono i principali problemi del fiume Reno, ancora da risolvere?
Il completamento del progetto di messa in sicurezza dalle grandi piene, con la realizzazione delle “casse di laminazione” progettate. Attualmente sono in corso di attuazione le casse “Barca” e “Boschetto”, nei comuni di Sala Bolognese, Argelato e Calderara di Reno, mentre resta da iniziare la Cassa del Rampionese e del Trebbo, fra Calderara e Castel Maggiore.

Quali sono stati i principali problemi del fiume Reno, già risolti?
Le descritte attività e progetti di maggiore riqualificazione ambientale e culturale delle golene, l’attuazione delle prime “casse di laminazione”, le piste e i sentieri già attivi nell’ambito del Parco del Medio Reno.

Che progetti per il futuro ci sono che coinvolgano il fiume Reno?
Maturare il progetto per la costruzione di un ponte, che permetta di svolgere, in conformità ai problemi del traffico attuale, il ruolo di comunicazione tra le popolazioni rivierasche che avevano gli antichi passi.

Ci descriva la situazione nel suo territorio riguardo le piste ciclo/pedonali lungo il Reno?
La pista ciclabile, lungo l’argine del Reno, che congiunge l’Oasi di S. Vitale e il Lippo con via Triumvirato e il sistema di ciclabili attorno Bologna, se si escludono alcuni tratti di maggiore percorribilità, non è ancora del tutto completata. Sono invece praticabili i sentieri o le piste pedonali, usati di frequente per le camminate e le gare podistiche.

Sono previste anche piste per i cavalli?
I cavalli ora girano molto bene lungo gli argini e nei sentieri esistenti, mentre è loro vietato l'attraversamento dell'Area di Riequilibrio Ecologico della golena di San Vitale (come anche ai cani) per ragioni di protezione dell'ecosistema.

E’ possibile navigare il fiume in canoa?
Alcuni tratti del Reno tra i comuni di Calderara e di Castel Maggiore, per la larghezza e la profondità del letto del fiume, si prestano alla navigazione in canoa, in particolare nel tratto accanto all’Oasi di S. Vitale e nei fondali di Longara. Occorre però precisare che, se in queste zone l’alveo del Reno è idoneo a questo genere di sport, occorrono rampe di accesso alle rive, dove le sponde sono ripide e boscose.

Siete disponibili ad agevolare lo sviluppo delle attuali strutture turistiche, ricreative e di ristorazione lungo il fiume e di favorirne la creazione di nuove?
Qualora si dovessero creare le condizioni, la nostra disponibilità sarà totale.

Tra i componenti della giunta comunale, compreso lei, ci sono degli amanti di passeggiate a piedi, podismo, bicicletta, cavalli o canoa che si recano sul fiume Reno, per svolgere questo genere di attività nel proprio tempo libero?
Non mi risulta esserci amministratori che pratichino attività sportive o del tempo libero recandosi sul fiume Reno. Ciò può essere dovuto, però, al poco tempo libero di cui godiamo a causa degli impegni legati alla nostra attività di amministratori dell’Ente locale.

Che cosa si augura nel futuro, per il fiume Reno?
Mantenere la qualità ecologica dell’alveo per garantire al Reno la sua funzione di flusso idrico vitale, che, unitamente alle casse di laminazione, possa potenziare la capacità di arricchire le falde sotterranee. L’ambiente delle golene va rinaturalizzato a bosco planiziale e a brughiera, da gestire con una disciplina d’insieme, adatta al alla funzione di un vero “Parco”. Riuscire ad impedire scarichi incontrollati o immissioni di liquami non depurati e coinvolgere sempre più le associazioni sportive e culturali, le quali, mentre usufruiscono di queste aree con il rispetto di chi ama la natura, diventano agenti di proposta e riqualificazione del corso del Reno.

Per concludere, qual è il messaggio che vuole dare ai lettori che visitano o vivono Lungo le acque del Reno?
L’acqua è un bene comune indispensabile alla vita, di conseguenza il Reno e i suoi affluenti possono formare nelle zone di pianura un’arteria di biodiversità. Per meglio realizzare questo scopo, occorre prendere come punti di riferimento le aree e le strutture già operative come l’ARE Golena di S. Vitale e il nuovo Eco - museo dell’Acqua a Padulle, nel punto in cui il Dosolo sfocia in Reno. Importante è l’adesione e la collaborazione dei pubblici amministratori, delle associazioni sportive e di volontariato; molto utile è l’attività di organismi come “Patto per il Fiume”, “Reno - Fiume – Ambiente” e “Comitato per l’acqua del Bacino del Reno”, che studiano e progettano interventi di tutela dell’acqua e dell’ambiente, con una visione in cui il territorio comunale si inserisce come una “tessera” in un ampio mosaico.

Per la ricerca storica, il Sindaco si è avvalso della consulenza del Prof. Rino Battistini.

Calderara di Reno, 10 settembre 2007
Intervista a cura di Riccardo Fioravanti