11/05/07

Intervista a Valerio Toselli, Sindaco di Sala Bolognese

Sono nato a Sala Bolognese il 21 giugno 1954. Sono il quinto di sette fratelli di un famiglia di mezzadri. Sono sposato da 29 anni e ho un figlio di 28 anni. Ho conseguito il diploma di perito elettrotecnico, ma non ho mai svolto questa mansione professionale.Dal 1967 al 1972 nel periodo estivo e dal 1973 ad ora ho lavorato e lavoro in un consorzio di agricoltori che si sono associati per sviluppare e potenziare la meccanizzazione, la cooperazione e la diffusione di vari servizi agromeccanici in agricoltura.Dal 1975 al 2004 sono stato consigliere comunale a Sala Bolognese svolgendo per 5 anni il ruolo di assessore e per altri 5 quello di capogruppo del mio partito.Sono stato iscritto e ho militato nel PCI, nel PDS e ora sono iscritto ai Democratici di Sinistra.Sono stato eletto sindaco sostenuto dalla lista "Collaborazione e partecipazione per Sala Bolognese", coalizione di quattro partiti del centro-sinistra (DS, Margherita, Rifondazione Comunista, Socialisti Democratici Italiani).Dopo svariate esperienze di volontariato nel campo della difesa del suolo del nostro Comune, ho partecipato alla fondazione dell'associazione dei volontari di protezione civile di Sala Bolognese che, grazie al lavoro e alla professionalità di tanti ragazzi, ha dato nel corso degli anni un grosso contributo per la sicurezza , la vigilanza e la gestione di emergenze varie nei nostri territori ed in ambito regionale.

Come e perché nasce l’Ecomuseo dell’Acqua a Sala Bolognese?
L’Ecomuseo dell’Acqua è nato dalla volontà del Comune di Sala Bolognese e del Consorzio di Bonifica Reno Palata, con la condivisione della Regione Emilia Romagna e della Provincia di Bologna. Un prezioso contributo è stato dato anche dalla Fondazione Cassa di Risparmio, Hera Bologna, ATO 5, Concave, Emil Banca.
Il nuovo centro museale ha come intento quello di illustrare il rapporto fra gli uomini e le acque in un territorio che deve fare i conti da secoli con le intemperanze dei suoi fiumi, a cominciare dal Reno. Si tratta di un progetto di comunicazione articolato, che intende far emergere prima di tutto, che il governo dell’acqua dalla montagna alla pianura, è alla base di qualsiasi scelta nell’utilizzo del territorio.

Quali sono i punti di maggior interesse del fiume Reno, nel territorio di Sala Bolognese?
Oltre ad invitare i lettori a visitare l'Ecomuseo dell'Acqua che si trova presso la Cassa di Espansione "Dosolo", segnalo sull’argine sinistro del Reno, l'esistenza dell’Impianto Idrovoro di Bagnetto che governa e presidia l’immissione nel Fiume Reno delle acque dello scolo Canocchietta che provengono dalle zone più depresse del comprensorio consortile tra Reno e Lavino dell’estensione di circa 5.000 ettari. L’impianto è stato costruito nel 1925 ed è dotato di tre gruppi idrovori per il sollevamento dell’acqua in Reno. Paratoie di difesa e porte vinciane, ubicate in corrispondenza della chiavica alla confluenza del Reno, hanno la funzione di impedire la risalita delle acque del Reno stesso nella Canocchietta. Caratteristico è il fabbricato dell’epoca che, oltre ad alloggiare l’impianto di pompaggio, presenta un’elevata cubatura contenente vani e saloni adattabili a vari scopi. Suggestiva inoltre la collocazione del complesso che permette la visione contemporanea del Torrente Samoggia, del Fiume Reno e dello scolo Canocchietta: linee d’acqua immerse in un territorio rurale dove spicca l’importante opera di bonifica, il tutto arricchito dalla vegetazione tipica delle zone fluviali.

Quali sono gli aspetti storici salienti di Sala Bolognese, legati al fiume Reno?
Un evento del passato che ha segnato il nostro Comune è certamente l’alluvione del novembre 1966, una data che nella memoria collettiva richiama la ben più nota alluvione di Firenze. Nel nostro territorio, tale avvenimento coinvolse oltre che il nostro comune, anche i territori di Calderara di Reno e San Giovanni in Persiceto. Per dare un’idea del genere di catastrofe che subì la nostra terra, basta segnalare che nel centro comunale di Padulle, l’acqua arrivò in alcuni punti fino a due metri di altezza e che quasi tutto il territorio del Comune fu duramente coinvolto nella calamità.

Quali sono i più importanti eventi culturali, di spettacolo e/o sportivi di Sala Bolognese dei quali si sente di sottolineare l’esistenza e ai quali vuole invitare i nostri lettori?
La più importante manifestazione di Sala Bolognese è La Fiera, che ha raggiunto quest’anno la sua ventesima edizione e che si svolge nell’arco di una settimana all’inizio di giugno. Sono presenti gli Stands gastronomici nei quali assaporare le prelibatezze della cucina bolognese tradizionale e specialità a base di cinghiale. Durante la Fiera si potranno poi ammirare mostre ed esposizioni di pittura, prodotti della terra ed opere degli hobbisti locali. Nell’edizione 2007 gli spettacoli di maggior rilievo sono stati i seguenti: Serata giovani con l'esibizione di gruppi rock, Il Costipanzo Show di Duilio Pizzocchi, Silvia Mezzanotte in concerto, Concerto dei Camaleonti, Honolulu Gang, Sfilata di moda e spettacolo pirotecnico. Abbiamo inoltre una folta attività di feste del volontariato tra le quali spicca Maggio in Festa, organizzata dalla Protezione Civile.

Che importanza ha il fiume Reno oggi, per Sala Bolognese?
Ha molta importanza. Sala Bolognese vive e lavora grazie al complesso di fiumi e canali che attraversano il suo territorio. Il Reno, il Samoggia suo affluente e lo stesso fiume modenese Panaro, non sono solo vitali per l’aspetto della vita quotidiana attuale, ma anche perché sono un’importante testimonianza di un’identità storica che non deve essere perduta.

Quali sono i principali problemi del fiume Reno, ancora da risolvere?
Certamente la messa in sicurezza. Non vogliamo assolutamente rischiare di rivivere l’alluvione del 1966 e per questo, sono già in fase di realizzazione due importanti interventi che metteranno in totale sicurezza il fiume Reno. Mi riferisco alle casse di espansione di Bagnetto e di Trebbo di Reno, che daranno una svolta decisiva alla sicurezza fluviale del territorio a nord di Bologna.

Quali sono stati i principali problemi del fiume Reno, già risolti?
Il rialzamento e consolidamento degli argini del Reno su entrambi i lati del fiume.

Che progetti per il futuro ci sono che coinvolgano il fiume Reno?
Sala Bolognese, fa parte di un progetto che fa capo alla Provincia di Bologna volto alla riqualificazione e valorizzazione ambientale del Reno.

Ci descriva l’attuale situazione nel suo territorio riguardo le piste ciclo-pedonali lungo il fiume Reno.
La situazione è decisamente favorevole. Stiamo collegando tutte le frazioni tra loro con delle piste ciclo-pedonali, con l’obiettivo di farle poi arrivare sul fiume Reno. Successivamente, sarà anche migliorata la situazione sulle sue sponde, tra cui la realizzazione di alcuni ponticelli pedonali per l’attraversamento. Uno potrebbe essere quello costruito a Bonconvento, che attualmente è utilizzato come passaggio di servizio negli attuali lavori della realizzazione della cassa di espansione sul Reno e che potrebbe successivamente essere convertito a ponte ciclo-pedonale. Un problema da risolvere, è invece la situazione lungo le golene, che per la maggior parte sono private. Oggi, si possono trovare ancora parecchi sbarramenti lungo queste vie d’acqua; molti proprietari infatti, che sono responsabili del loro buon funzonamento e della manutenzione, hanno chiuso l'accesso al pubblico, per il costante uso sconsiderato di questi passaggi sopratutto durante la pioggia. Siamo consapevoli che questo è un problema che dovrà essere affrontato da tutti; istituzioni e proprietari.

Sono previste anche piste per i cavalli?
Attualmente non è una priorità del comune. Colgo l’occasione per sottolineare che il passaggio dei cavalli lungo i fiumi e i canali, è suggerito alla base degli argini e non al di sopra di essi. Infatti, il passaggio attraverso quest'ultima modalità, soprattutto durante e dopo la pioggia, può causare danni che col tempo possono diventare strutturali.

È possibile navigare il fiume in canoa?
Si è possibile, anche se in estate, alcuni punti devono essere superati caricandosi la canoa sulle spalle.

Siete disponibili ad agevolare lo sviluppo delle attuali strutture turistiche, ricreative e di ristorazione lungo il fiume Reno e di favorirne la creazione di nuove?
Crediamo nel sistema di mettere in rete le strutture già esistenti, agevolando la segnalazione di come raggiungerle anche dalla pista ciclo-pedonale Lungo Reno. Non ci piace invece l’idea di creare delle baracchine sull’argine per due motivi: possono creare situazioni di degrado e vandalismo difficili da gestire e soprattutto è meglio lasciare gli spazi lungo le sponde del Reno alla natura.

Tra i componenti della giunta comunale, compreso lei, ci sono degli amanti di passeggiate a piedi, podismo, bicicletta, cavalli, canoa o pesca che si recano sul fiume Reno, per svolgere questo genere di attività nel proprio tempo libero?
Certo. Io personalmente vado sul Reno per pescare e gli assessori Luciano Collina (Cultura) e Carla Zampighi (Ambiente) ne sono assidui frequentatori, essendo profondi amanti della natura.

Che cosa si augura nel futuro, per il fiume Reno?
Mi auguro un acqua pulita, che i depuratori funzionino a dovere e che si utilizzi l’acqua in modo più razionale.

Per concludere, qual'è il messaggio che vuole dare ai lettori che visitano o vivono Lungo le acque del Reno?
Il messaggio è di rispettare l’acqua e la natura, senza dimenticare la priorità di portare l’acqua al mare. Per fare questo, avere il buon senso di gestire le acque in sicurezza, senza cadere in atteggiamenti integralisti.

Sala Bolognese, 23 agosto 2007
Intervista a cura di Riccardo Fioravanti